La serie coreana “It's Okay to Not Be Okay”
In queste ultime settimane ho visto la serie coreana “It's Okay to Not Be Okay” (사이코지만 괜찮아) su Netflix. Si tratta di una serie molto “particolare”. La trama potrebbe sembrare poco simpatica e poco attraente ma, in realtà, posso assicurare che non è così!
Racconta di una donna di 30 anni, Ko Mun-yeong, interpretata dalla bravissima Seo Yea-ji (서예지), famosa scrittrice di libri per bambini che è molto asociale, cinica ed egoista. L'incontro casuale con Moon Gang-tae, interpretato da Kim Soo-hyun (김수현), che lavora come operatore sanitario in ambito psichiatrico, porta la donna a compiere una sorta di percorso di “riabilitazione” che le permetterà di esprimere i suoi sentimenti e migliorare il suo modo di vivere grazie alla vicinanza e all'amore di Gang-tae che, tra l'altro (lo si scopre man mano nei vari episodi), già conosceva fin da bambina.
A complicare e movimentare tutta la storia, c'è Moon Sang-tae, il fratello maggiore di Gang-tae affetto da autismo non grave, interpretato dal bravissimo Oh Jung-se (오정세). I due fratelli ogni anno si trasferiscono lontano per fuggire da una famigerata “farfalla”, simbolo di un evento traumatico di cui Sang-tae è stato l'unico testimone quando era più giovane.
Il personaggio di Ko Mun-yeong mi ha ricordato molto un personaggio di un'altra serie che ho visto poco tempo fa, cioè Jang Man-wol, interpretata da Lee Ji-eun (이지은), nella serie “Hotel del Luna” (호텔 델루나). Entrambe, infatti, sono giovani donne che inizialmente dimostrano di avere un carattere molto poco socievole e di essere solo abituate al lusso, agli abiti estrosi e sofisticati e al loro piacere personale. Ma in entrambe le serie, lo spettatore assiste ad un vero e proprio cambiamento da parte delle due donne grazie alla vicinanza dell'uomo che iniziano a frequentare.
Proprio per queste caratteristiche, ho pensato a “Hotel del Luna” mentre stavo guardando “It's Okay to Not Be Okay”. Le due serie sono chiaramente molto diverse come trama e contesto ma, secondo il mio punto di vista, ci sono molte similitudini tra le due protagoniste.
Per chi ha sentito parlare della serie “It's Okay to Not Be Okay” e vorrebbe vederla, non si lasci quindi influenzare troppo (negativamente) dal primo/secondo episodio, che potrebbero sembrare in qualche modo “strani” o forse “inquietanti”. I primi episodi forniscono una sorta di background per far comprendere bene come è stata la vita di Ko Mun-yeong.
La serie è bella e interessante, ci sono situazioni divertenti, situazioni più “serie” e ci sono anche situazioni molto “drammatiche”, specialmente nella parte finale della serie. Ci sono però anche dei momenti “belli”, quelli che reputo più romantici ed emozionanti, in cui Mun-yeong e Gang-tae si prendono cura l'uno dell'altro con un affetto e una delicatezza che dovrebbero veramente far riflettere tutti su cosa vuol dire prendersi cura della persona amata.
Ho gradito molto anche il finale della serie, che è “buono” perché porta quella serenità e tranquillità a tutti i personaggi che invece durante la serie era sempre messa in discussione e offuscata dai vari avvenimenti.
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